Intervista Why Onlus: Zanzibar arrivo!

di Sara Caon

Un'esperienza di insegnamento e di vita nel "paradiso tropicale" di Zanzibar.

L'arcipelago di Zanzibar è noto per essere uno tra i più lussureggianti "paradisi tropicali" per turisti europei. "Andare a Zanzibar" sembra dunque automaticamente significare "andare a fare una vacanza super in un posto fichissimo". Per fortuna però c'è qualcuno che a Zanzibar ci va spinto anche da altre motivazioni. È il caso di Fiamma, 24 anni, occhi azzurri e piumino "fluo" (come lo definisce lei stessa), una laurea in Scienze della formazione in tasca ed una voglia irrefrenabile di sperimentarsi sul campo come maestra.

Perché sei partita con Why Onlus?

L'associazione Why Onlus lavora con 9 scuole dell'infanzia sparse per l'isola di Zanzibar. Volevo provare cosa significava insegnare nel concreto ed il mio compito era introdurre aspetti ludici durante le lezioni e le materie che insegnavano negli asili.

Come! A Zanzibar si insegnano "materie" negli asili?

Gli asili di Zanzibar sono come le nostre scuole elementari, provvisti di lavagna e banchi. I bimbi a Zanzibar all'asilo non giocano ed è per questo che noi volontari abbiamo cercato di insegnare loro attraverso i giochi.

Raccontaci dei bimbi di Zanzibar.

Hanno gli occhi vispi, un sorrisone bellissimo. Ti saltano addosso sempre, non vogliono vestiti nuovi, sono più contenti se gli viene regalato qualcosa da mangiare. A loro non serve tanto per essere felici.

Com'era il cibo?

Basilare era il riso, le patate, il pane, le verdure. Ma era buono tutto.

Cosa ti porti nel cuore da quest'esperienza?

Ciò che ti riempie maggiormente è vivere assieme a loro. Eravamo solo in 4 bianchi di cultura occidentale in un villaggio di 600 persone di cultura musulmana, ma ci hanno accolto come se facessimo parte di loro. E poi, ovvio, i bambini! Sono stati la cosa più bella che ho trovato.

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Martedì, 07 Giugno 2016 - Ultima modifica: Martedì, 06 Dicembre 2016